Autonomia Differenziata o Unità Differenziata: cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia!!

La presente argomentazione vuole provare a ragionare, anche in termini di comunicazione per il Meridione, sulla vexata quaestio inerente al disegno di legge Calderoli sull’AUTONOMIA DIFFERENZIATA.
Bene, il Movimento dei Lupi del Sud, in collaborazione con lo Studio Legale Bouché&Partners, vuole provare a stimolare i rappresentanti politici del Meridione, auspicando di poter inserire nel comparto anche la Sicilia, circa la prospettiva che davvero questo disegno di legge necessita di una risposta diversa da un semplice e secco NO.
Sia chiaro, non siamo diventati leghisti, né siamo sponsorizzati da questi ultimi, e naturalmente non vogliamo essere avanti per gusto di mero esibizionismo o altro: davvero però crediamo che la risposta di un NO sterile al progetto di legge sull’Autonomia Differenziata è errata e consente, ancora una volta, al avido e bulimico NORD Italia di stigmatizzare il Meridione come peso del Paese Italia, come Colonia Interna assistita e piagnona. Persino la qualifica di COLONIA INTERNA ci viene negata: definizione di cui vorremmo il RICONOSCIMENTO FORMALE al fine di cristallizzare, per onestà intellettuale, lo status in cui viviamo noi comunità del MERIDIONE!!
Premesso, quindi, che siamo sicuramente una COLONIA INTERNA DI FATTO da sempre, dalla debellatio dell’ultimo Stato Sovrano e Libero ovvero lo Stato Duosiciliano, si assicura che oramai l’autonomia, magari perché NO l’Indipendenza sotto egida e guida UE e naturalmente in base all’art. 11 della Costituzione, rientra nei DESIDERATA di molti meridionali.
La si vuole perché studi approfonditi, di enti terzi ed imparziali come l’Eurispes e lo Svimez, ovvero talvolta il semplice rigore logica, hanno eliminato ed eliminano ogni dubbio sulla fattispecie che piuttosto che essere assistito o altro, il Meridione è sfruttato da 162 anni!!!!.
La storia del Meridione, al di là di scatti e narrazioni emotive che comunque difficilmente si possono tacciare come false, ci ricorda come quest’ultimo dapprima ha visto la soppressione ed il trasferimento coatto, quanto costante e progressivo nel tempo, di ogni tessuto produttivo industriale preesistente, frutto di una evoluzione non certo sintetizzabile nel brocardo “Hic sunt leones”.
Quindi, quando tutto fu preso, e non c’era più nulla sostanzialmente da sussumere, si è iniziato, e si continua, con la rapina del capitale umano, la migliore gioventù che, come bestie di un allevamento, sono oggetto di una pressante e distorta esaltazione di selezione al fine di essere trasferiti nel “sistema” che conta e che funziona. Il riferimento è una brutta copia dei

tributi di “Hunger Games” ovvero quando il cinema prende spunto dalla realtà sottile e nascosta oltre che terribilmente spietata.
Di qui, fino ad oggi, pertanto, si è assistito ad un fenomeno di vera e propria UNITÀ DIFFERENZIATA, spesso sofisticata, silente, accompagnata da accuse mediatiche e scrosci di applausi che poco si differenzia dal progetto di AUTONOMIA DIFFERENZIATA: progetto quest’ultimo, che almeno ad occhi attenti, squarcia il velo dell’ipocrisia e delle pseudo buone intenzioni.
Ebbene, davvero c’era bisogno del progetto di legge dell’AUTONOMIA DIFFERENZIATA quando l’articolo 116, terzo comma, della Costituzione prevede la possibilità di attribuire forme e condizioni particolari di autonomia alle Regioni a statuto ordinario (c.d. “regionalismo differenziato” o “regionalismo asimmetrico”, in quanto consente ad alcune Regioni di dotarsi di poteri diversi dalle altre), ferme restando le particolari forme di cui godono le Regioni a statuto speciale (art. 116, primo comma)??
Il testo del terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione recita, infatti, così: “Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie di cui al terzo comma dell’articolo 117 e le materie indicate dal secondo comma del medesimo articolo alle lettere l), limitatamente all’organizzazione della giustizia di pace, n) e s), possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei principi di cui all’articolo 119”.
L’ambito delle materie nelle quali possono essere riconosciute tali forme ulteriori di autonomia concernono tutte le materie che l’articolo 117, terzo comma, attribuisce alla competenza legislativa concorrente; un ulteriore limitato numero di materie riservate dallo stesso articolo 117 (secondo comma) alla competenza legislativa esclusiva dello Stato: organizzazione della giustizia di pace; norme generali sull’istruzione; tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali.
Da qui, ci si domanda quindi se davvero con il progetto di LEGGE dell’AUTONOMIA DIFFERENZIATA si vogliono attribuire solo nuove competenze. Si vuole questo o piuttosto si deve dare ragione a coloro i quali sostengono che con il progetto di legge Calderoli, il NORD bulimico, con furbizia da ratto, vuole semplicemente ancora più risorse rispetto a quelle enormi che già ha preso nel tempo, ivi compreso piano Marshall, Cassa del Settentrione e l’abominioso PRINCIPIO DELLA SPESA STORICA ancora in atto??!!
E quindi? tutto si gioca su cosa?

Tutto si gioca sull’attribuzione di NUOVE COMPETENZE alle Regioni senza però un euro in più perché tanto il NORD è bravo e capace … … … giusto??!! Ce la farà anche senza essere assistito.
Ma in ogni caso, cosa determinante, sono il secondo comma dell’articolo 1 e l’articolo 3 del disegno di legge Calderoli.
Il secondo comma dell’articolo del disegno di legge infatti così recita “… … … L’attribuzione di funzioni relative alle ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, relative a materie o ambiti di materie riferibili ai diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, è consentita subordinatamente alla determinazione, nella normativa vigente alla data di entrata in vigore della presente legge o sulla base della procedura di cui all’articolo 3, dei relativi livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, ai sensi dell’articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione. Tali livelli indicano la soglia costituzionalmente necessaria e costituiscono il nucleo invalicabile per rendere effettivi tali diritti e per erogare le prestazioni sociali di natura fondamentale, per assicurare uno svolgimento leale e trasparente dei rapporti finanziari fra lo Stato e le autonomie territoriali, per favorire un’equa ed efficiente allocazione delle risorse e il pieno superamento dei divari territoriali nel godimento delle prestazioni inerenti ai diritti civili e sociali … … …”.
L’articolo 3 del disegno di legge invece, titolato Determinazione dei LEP ai fini dell’attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, così invece statuisce: “1. Ai fini dell’attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, i livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale (di seguito, LEP) e i relativi costi e fabbisogni standard sono determinati con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, secondo le disposizioni di cui all’articolo 1, commi da 791 a 801, della legge 29 dicembre 2022, n. 197, nelle materie o ambiti di materie indicati con legge.

Dopo l’acquisizione dell’intesa della Conferenza unificata ai sensi dell’articolo 1, comma 796, della legge 29 dicembre 2022, n. 197, e comunque decorso il relativo termine di trenta giorni, lo schema di decreto è trasmesso alle Camere per l’espressione del parere. Il parere è reso entro quarantacinque giorni dalla data di trasmissione dello schema di decreto. Il Presidente del Consiglio dei ministri, valutato il contenuto dell’intesa della Conferenza unificata e del parere delle Camere o, comunque, una volta decorso il termine di quarantacinque giorni per l’espressione del parere di queste ultime, adotta il decreto, previa deliberazione del Consiglio dei ministri.

Qualora, successivamente alla data di entrata in vigore della legge di approvazione dell’intesa, in materie oggetto della medesima, i LEP, con il relativo finanziamento, siano modificati o ne siano determinati ulteriori, la Regione interessata è tenuta all’osservanza di tali livelli essenziali subordinatamente alla corrispondente revisione delle risorse relative ai suddetti LEP secondo le modalità di cui all’articolo 5.”.

Di qui la necessità, pertanto, di non dire semplicemente NO all’AUTONOMIA DIFFERENZIATA, bensì di andare a trattare, a verificare gli aspetti nello specifico.

Innanzitutto occorre comprendere che cosa il testo legislativo intende con DETERMINAZIONE dei LEP: occorre chiarire che i LEP vanno determinati e assolutamente attuati.

In secondo luogo il Governo deve far capire come intendere attuarli in quanto la copertura finanziaria dei LEP dovrebbe derivare da una diversa allocazione delle risorse. In buona sostanza per superare la spesa storica e DETERMINARE ed ATTUARE i LEP occorre abbassare gli standard dei livelli cui il CentroNord è abituato ai danni Meridione.

La soluzione sta nell’allocazione delle risorse perché se al Nord Centro non si vogliono abbassare gli standard, già si immagina l’argomentazione dei diritti acquisiti e bla bla bla, dove dovrebbero essere trovate le risorse per determinare ed attuare i LEP nel resto del Paese??!!

Si parla di una manovra immediata di almeno 80 miliardi da riallocare: e questo per giusto nel breve periodo.

Occorrono risposte serie e non slogan, da una parte e dall’altra altrimenti chi ne fa le spese è il cittadino cui è negata la corretta informazione.

Fermo restando che se il progetto di AUTONOMIA DIFFERENZIATA si fermasse comunque oramai è impossibile pensare di rimanere con l’UNITÀ DIFFERENZIATA attuale!!

Con l’UNITÀ DIFFERENZIATA non si può restare ed è impossibile, oltre che illegittimo, pensare ad una AUTONOMIA DIFFERENZIATA che si traduca in ancora più risorse al NORD bulimico e secessionista senza DEFINIZIONE e DETERMINAZIONE, non solo, ma soprattutto CONCRETIZZAZIONE dei LEP: principio da venti anni e normativa, inattuata, da oltre dieci!!

I LEP vanno attuati immediatamente e non c’è bisogno di subordinare l’AUTONOMIA DIFFERENZIATA alla loro concretizzazione: del resto con la pandemia è emerso eclatantemente che molte Regioni del Meridione, a parità di risorse, hanno fatto molto meglio del CentroNord in termine di efficienza e gestione della crisi!!

Quanto tutto sin qui significato, si comprendono i motivi del NO all’Autonomia Differenziata: non siamo stupidi.

Non ci si fida delle istanze del CentroNord, si teme che alla fine della fiera il tutto si tradurrà nelle solite maggiori risorse al NORD in quanto i LEP, nonostante siano già normativa, non sono mai stati attuati: perché dovrebbero esserlo ora invece??!!

Forse una risposta potrebbe essere trovata nella fattispecie che la UE minaccia giustamente di sanzionare il sistema Paese Italia per la presenza di un principio assurdo come quello della SPESA STORICA, per cui ha chi ha sempre avuto di più!!

Al di là di questo però occorre rispondere a domande basilari: quanto costa applicare i LEP?? Calderoli ed il Governo, che vogliono l’Autonomia Differenziata lo sanno?? Come sarà gestito il rapporto tra gettito fiscale e residuo fiscale in regioni abituate, tutte al Centro Nord, ad avere sempre di più rispetto a quanto producono??!!

Si vorrebbe che Calderoli ed il Governo rispondessero su tutto e non avessero la possibilità di trincerarsi dietro un NO tout court all’AUTONOMIA DIFFERENZIATA!!

L’autonomia differenziata è un vaso di pandora e probabilmente comporta una serie di problematiche che comunque sussistono, che comunque già esistono. Il tema centrale è, quindi, forse un altro: se UNITÀ DIFFERENZIATA e AUTONOMIA DIFFERENZIATA sono facce di una stessa medaglia, se tutto debba cambiare per rimanere come e peggio di prima, non è forse il caso di una separazione consensuale con UE che faccia da Mediatore?

Fatto sta che chi abbandona il campo è sempre perdente: ancor di più chi non scende in campo. Si tratti e non si dica NO a priori all’AUTONOMIA DIFFERENZIATA perché probabilmente cela solo la fattispecie che il CentroNord deve digerire il superamento della spesa storica.

Non si tiri troppo allora la corda perché se il pactum societatis è fortemente leso, risolto di fatto, ed una soluzione di accompagnamento, nel campo della legittimità e del diritto, è la strada migliore possibile: dopo di che, se l’Autonomia Differenziata fosse realizzata senza determinazione e applicazione dei LEP, la soluzione non potrà che essere ognuno per la propria via.

Napoli, 06.03.2023