DI LÀ DA VENIRE

7/6/2021 VISITA AL MUSEO LOMBROSO

Che dire? Sono passati 10 anni dall’ultima visita al museo Lombroso, la sensazione, all’uscita non cambia.

Il museo dovrebbe servire per far capire quanto errate erano le teorie del Lombroso, ma finisce per farne l’apologia.

Ed è stupefacente leggere paragoni rispetto al museo di Auschwitz-Birkenau. Stupefacente ed incredibile, dato che, quel museo non è dedicato a Mengele, e non se ne fa l’apologia per dimostrare che le sue teorie erano sbagliate. Non ci sono ad Auschwitz ossa umane con nomi , cognomi e provenienza esposti.

Tutti i reperti, (capelli, protesi, scarpe, valigie, pentole, divise, scialli e altro), anche quelli chiaramente identificabili, sono lasciati volontariamente in quel luogo, ma non ci sono ossa.

La richiesta, fatta al museo Lombroso, di poter seppellire i resti umani, chiaramente identificabili, (richiesta che niente ha a che fare con il motivo dell’esistenza del museo), è stata respinta perché i resti umani sono “proprietà del museo”.

Quello che ci lascia di sasso è che, per dimostrare l’infondatezza di TUTTI gli studi del Lombroso, gli si debba fare un museo. Che significa far vedere, in un percorso che mostra tutta la vita del Lombroso, i tanti fallimenti che il medico ha avuto nei suoi studi? Che significa (come dice “lui” stesso nel video) farlo parlare e dire che è facile adesso che si sa tutto criticarmi per gli sbagli fatti? Numerosi medici dell’epoca si dissociavano dalle sue teorie, ma a chi governava faceva troppo comodo avallare le sue dottrine: permettevano di sopprimere chi dava fastidio senza tanti rimorsi e paturnie.

Quello che rimane, quello che non si vuol capire, è che il Lombroso non era uno scienziato che, come tanti, ha trovato risposte commettendo sbagli e correggendoli.

Lombroso è colui che ha identificato nel meridionale il delinquente nato.

Che ha determinato, con le sue teorie bislacche, la divisione in razze di persone di una stessa nazione, che è stata unita “manu militari”.

Che ha giustificato, con i suoi studi errati, il massacro di migliaia di cittadini del Sud italia , durante il risorgimento, teorizzando la loro inferiorità.

E i meridionali pagheranno anche quando saranno costretti, per la grande miseria seguita all’unità, ad emigrare all’estero. Chi proveniva dal Sud italia era considerato di razza negroide, a differenza di chi era del nord, di razza ariana. Ciò comportava, fra le altre cose, trattamenti economici differenti.

Lombroso è divisivo. Gli scheletri delle persone del Sud esposte al museo sono divisivi. Chiamare un museo col nome di una persona che, nei fatti, ha fomentato un razzismo etnico all’interno del territorio italiano è divisivo.

“Il museo serve a non dimenticare gli errori del passato”. Bellissima frase, usata spesso. E come si fa a non essere d’accordo. Si può farlo senza dedicare un Museo a colui i cui studi hanno prodotto e continuano a produrre divisioni. Bastava una parte in un qualsiasi “Museo Criminologico”, in cui raccontare, senza farne l’apologia, e senza nomi e cognomi delle sue “vittime”, la storia del Lombroso. Nessuno avrebbe avuto niente da ridire, e le tante ingiustizie subite per gli studi errati del medico veronese avrebbero avuto il giusto “riconoscimento”.

Invece no, Il Lombroso commise sbagli enormi, fu smentito da tutti i suoi colleghi, ma sembra invece che il riconoscimento, con l’istituzione del museo Lombroso, l’abbia avuta proprio lui, il Lombroso.

Comunque, leggendo l’articolo, come dire, irridente e sarcastico, pubblicato sulla Stampa, si capisce che questo paese continua ad essere diviso, sempre più diviso; e le etnie, per qualcuno, sono ancora presenti.

I Niceforo e i Sergi, anche senza laurea, vengono tutt’ora usati. Ognuno da questo articolo può trarre le sue conclusioni.

Io posso solo dire che la descrizione della visita è errata, e mi fermo qui. D’altro canto questo articolo, nel suo modo “gentilmente offensivo” verso la visita del museo da parte della delegazione al seguito del Sen. De Bonis, è da apprezzare. Fa capire, a chi lo vuol capire, che il formarsi di uno stato italiano unito e giusto, in tutta la sua lunghezza, è ancora di là da venire. Molto di là da venire.

Z.E. Direttivo “Lupi del Sud”

https://www.lastampa.it/…/tra-segni-della-croce-e…

https://www.torinoggi.it/…/il-consiglio-comunale-tuona…